Notule

 

 

(A cura di LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIV – 21 maggio 2016.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Scoperta una nuova forma di fotorecezione nel cervello dei girini della rana Xenopus laevis. I fotorecettori scoperti sono preferenzialmente attivati dalla luce ultravioletta (UV) e collegano i livelli di luminosità ambientale con l’attività di nuoto. La via fotorecettoriale cerebrale profonda, situata nel diencefalo caudale, sembra essere indipendente dall’occhio e dalla ghiandola pineale. Il suo significato fisiologico è ancora da definire, ma potrebbe rilevare le condizioni di illuminazione in funzione dell’attività alimentare e della fuga dai predatori. Si può anche ipotizzare una funzione di integrazione o supporto ai sistemi circadiani classici. Infine, la fotorecezione cerebrale profonda ha un significato sicuramente di ampia portata, perché le proteine implicate sono filogeneticamente conservate. [Cfr. Currie S. P., et al. PNAS USA - Epub ahead of print doi:10.1073/pnas.1515516113, May 10, 2016].

 

La moderna neuroetologia  può migliorare lo studio delle basi molecolari del comportamento animale. Gli straordinari progressi degli ultimi decenni nella conoscenza delle basi di neurobiologia molecolare del comportamento animale sono stati ottenuti studiando ceppi di topi inbred, di sesso maschile in semplici condizioni di laboratorio. Un tale approccio consente standardizzazione, riproducibilità ed uso di strumenti molecolari notevolmente sofisticati, ma ha un costo che può così esprimersi in sintesi: 1) perdita di diversità genetica e fenotipica; 2) allontanamento dai comportamenti tipici della vita negli ambienti naturali e ritenuti etologicamente rilevanti.

Una recente rassegna, che segue l’evoluzione dall’etologia classica alla moderna neuroetologia, indica il modo di superare i limiti degli studi di laboratorio convenzionali, comprendendo sempre entrambi i sessi nei campioni sperimentali – come raccomandato di recente dall’NIH (Cfr. “La differenziazione sessuale del cervello riserva delle sorprese” in Note e Notizie 14-05-16 Notule) – e riproducendo i fenotipi comportamentali in condizioni seminaturali. [Cfr. Zilkha N., et al. Curr Opin Neurobiol. 38: 96-108, May 11, 2016].

 

Il più grande studio del mondo sulla depressione maggiore rivela alterazioni corticali ed altri elementi interessanti. Gli adulti affetti da disturbo depressivo maggiore (MDD) del numerosissimo campione costituito da pazienti e controlli provenienti da 20 diverse zone del mondo, avevano uno spessore ridotto della materia grigia corticale nella corteccia orbito-frontale, nella corteccia cingolata anteriore e posteriore, nell’insula e nei lobi temporali. Gli adolescenti affetti da MDD, invece, presentavano una riduzione dell’area superficiale totale dell’encefalo (senza riduzione di spessore della corteccia) e riduzioni regionali nei territori frontali e nelle aree di alta elaborazione visiva, somatosensoriale e motoria. L’insieme dei dati rilevati suggerisce che la depressione maggiore può incidere sulle strutture cerebrali in una maniera altamente dinamica, con patterns di alterazione caratteristici per le diverse età della vita. [Cfr. Molecular Psychiatry – Epub ahead of print doi: 10.1038/mp.2016.60, 2016].

 

Alterazioni nel cervello da Lupus Eritematoso Sistemico (LES). In un modello murino di LES sono state rilevate significative alterazioni, quali una ridotta neurogenesi ippocampale e un incremento di particolari precursori neuronici (DCX+) nella zona subventricolare (SVZ) e nel corpo calloso, dove sono stati rilevati anche segni di infiammazione. [Cfr. Leung J. W., et al. Restor Neurol Neurosci. – Epub ahead of print May 2, 2016].

 

I misteri genomici dei gamberi si infittiscono. Interessante per le neuroscienze, il comportamento dei gamberi ha un rapporto con il DNA che per molti versi rimane misterioso. All’interno dello stesso genus, Synalpheus, si può avere una differenza di dimensioni del genoma anche di 4 volte (!), senza alcuna relazione con le dimensioni corporee. In un piccolo gruppo di specie, le dimensioni del genoma sono proporzionali a quelle dei cromosomi. Nonostante le grandi dimensioni del genoma, questi crostacei non sono poliploidi. Soprattutto, nonostante così grandi differenze nel DNA, il comportamento rimane sostanzialmente invariato. [Cfr. Genome 19: 1-10, 2016].

 

Notule

BM&L-21 maggio 2016

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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